Thomas Hardy (Higher Bockampton, 1840 – Dorchester, 1928), fu uno dei maggiori interpreti degli sconvolgimenti sociali e umani provocati dall’industrializzazione nell’Inghilterra vittoriana. Uomo di grande cultura, profondo conoscitore dell’opera di Darwin, ma anche di Bergson e Marx, Hardy tentò di conciliare le ragioni della scienza e quelle degli affetti e fece del rapporto individuo-società uno dei temi dominanti della sua poetica. Autore di racconti e romanzi (Wessex Tales, Life’s Little Ironies, The Return of the Native, Tess of the d’Urbervilles, Jude the Obscure), poesie (Wessex Poems) e drammi teatrali (The Dynasts), Hardy è lo scrittore che meglio di altri ha saputo esprimere le contraddizioni e il senso disperato di desolazione della sua epoca in un linguaggio fatto di discontinuità, come la realtà che racconta.
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