La nuova traduzione del I libro del De occulta philosophia, con l’ampia introduzione che la precede, la biografia dell’autore e una precisa contestualizzazione storica, unite ad un apparato iconografico che ne illustra lo spirito, non vuole essere il tentativo di recuperare un “mago” del Rinascimento europeo in un’ottica meramente esoterica e occultistica – come si è voluto presentarlo sino ad oggi – ma semmai intende offrire una lettura nuova, in grado di far dialogare ancora quest’opera col presente. Un simile “gesto” filosofico di attualizzazione è motivato infatti dalla necessità di riappropriarsi di una modalità conoscitiva in parte dimenticata, in grado però di ricevere nuovo e inaspettato impulso dai problemi e dalle intensità contemporanee.
Agrippa von Nettesheim (1486-1535) fu un filosofo della natura di area tedesca, conobbe Pico e Cusano. Interprete della crisi epocale che scosse l’Occidente nel passaggio dal Medioevo all’Età moderna, personaggio scomodo, sempre in lotta contro la cecità delle istituzioni, per la sua vita avventurosa e la sua fama di mago ispirò poeti e scrittori di ogni epoca, da Rabelais a Marlowe, che ne fece il precursore di Faust, da Shakespeare a Goethe.
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