Cos’è la natura?

[…] Cosa intendiamo con il termine “natura”? Dobbiamo discutere della filosofia delle scienze naturali. La scienza naturale è la scienza della natura. Ma: che cos’è la natura?

La natura è ciò che osserviamo nella percezione attraverso i sensi. Nell’atto della percezione sensoriale siamo consapevoli di qualcosa che non è pensato e che è autonomo rispetto al pensiero. Questa proprietà di essere autonomi rispetto al pensiero sta alla base della scienza naturale. Significa che la natura può essere pensata come un sistema chiuso le cui relazioni reciproche non richiedono di essere riconosciute come espressione del fatto che sono state pensate.

La natura è ciò che osserviamo nella percezione attraverso i sensi. Nell’atto della percezione sensoriale siamo consapevoli di qualcosa che non è pensato e che è autonomo rispetto al pensiero. Questa proprietà di essere autonomi rispetto al pensiero sta alla base della scienza naturale. Significa che la natura può essere pensata come un sistema chiuso le cui relazioni reciproche non richiedono di essere riconosciute come espressione del fatto che sono state pensate.

Quindi in un certo senso la natura è indipendente dal pensiero.

Con questa affermazione non si intende alcuna pronuncia metafisica. Quello che voglio dire è che possiamo pensare alla natura senza pensa- re al pensiero. Quando questo accade potrò dire che stiamo pensando “in modo omogeneo” alla natura.

Naturalmente è possibile pensare alla natura insieme al pensiero quando consideriamo la natura come pensata. In tal caso, dirò che stiamo pensando “in modo eterogeneo” alla natura. In effetti ne- gli ultimi minuti abbiamo pensato in modo eterogeneo alla natura. Le scienze naturali si occupano esclusivamente di pensieri omogenei sulla natura.

Ma la percezione dei sensi ha in sé un elemento che non è pensato. È una difficile questione psicologica chiedersi se la percezione dei sensi implichi il pensiero e, se coinvolge il pensiero, qual è il tipo di pensiero che implica necessariamente. Si noti che è stato affermato in precedenza che la percezione dei sensi è una consapevolezza di qual- cosa che non è pensato. Vale a dire, la natura non è pensata. Ma questa è una domanda diversa, vale a dire che il fatto della percezione sensoriale ha un fattore che non si pensa. Chiamo questo fattore “consapevolezza dei sensi”. Di conseguenza l’ingegnosa dottrina secondo cui la scienza naturale si occupa esclusivamente di pensieri omogenei sulla natura non porta immediatamente con sé la conclusione che la scienza naturale non si occupa della consapevolezza dei sensi.

Comunque faccio questa ulteriore asserzione; vale a dire che sebbene la scienza naturale si occupi della natura che è il punto di approdo della percezione sensoriale, non si occupa della consapevolezza sensoriale stessa.

Ripeto la linea principale di questo argomento e la espando in precise direzioni.

Il pensiero che ha per oggetto la natura è diverso dalla percezione sensoriale. Il pensiero sulla natura è diverso dalla percezione sensoriale della natura. Quindi il fatto percettivo possiede un ingrediente o un fattore che non è oggetto del pensiero. Chiamo questo ingrediente consapevolezza sensoriale. È indifferente alla mia tesi che la percezione dei sensi abbia o meno il pensiero come un altro ingrediente. Se la percezione sensoriale non implica il pensiero, la consapevolezza sensoriale e la percezione sensoriale sono identiche. Ma il qualcosa percepito è percepito come un’entità che costituisce il termine cui approda la consapevolezza sensoriale, qualcosa che per il pensiero è al di là del fatto di quella consapevolezza sensoriale. Anche il qualcosa percepito certamente non contiene altre percezioni sensoriali diverse dalla consapevolezza sensoriale che è un ingrediente in quella percezione. Di conseguenza, la natura come rivelata nella percezione sensoriale, è autonoma rispetto alla consapevolezza dei sensi, oltre ad essere autonoma rispetto al pensiero. Esprimerò anche questa autosufficienza della natura dicendo che la natura è chiusa alla mente […]

Brano tratto dal volume “Il concetto di natura