I relitti della rivoluzione

C’è un’ambivalenza di fondo negli oggetti che Joseph Beuys ha lasciato, come residui delle sue azioni, in musei e fondazioni sparsi per il mondo. Di fronte ad alcuni di essi si prova un senso di…

Atletica affettiva

Le pagine che Antonin Artaud dedica al lavoro sull’attore nel suo “Le Théâtre et son double” sono di capitale importanza per capire quale sia il compito del performer sulla scena e quanto tale “servizio” sia…

Le macchine inservibili

Le macchine di Jean Tinguely non servono a niente. Non compiono lavori, non assolvono cioè al compito ordinariamente assegnato alle macchine. A ben vedere neanche sorprendono o divertono; la monotonia dei loro movimenti, la reiterazione…

Le mani di Bresson

Pickpocket (1959), film del regista francese Robert Bresson, ha un protagonista insolito: delle mani. Il punctum di questa pellicola è costituito infatti dagli abili movimenti di polso, dalle evoluzioni sinuose delle dita un gruppo di borseggiatori…

La cantatrice calva

Molto è stato scritto su Eugène Ionesco, geniale drammaturgo romeno – tra gli inventori del cosiddetto teatro dell’assurdo – e sulla sua opera forse più famosa, “La cantatrice chauve”, datata 1950 e rappresentata – con…

La verifica incerta

Il massacro dada che piace tanto a blob Quello che rimane ai margini di un film, il materiale scartato, i fotogrammi rovinati, tutta l’enorme congerie visiva affastellatasi attorno alla miracolosa narrazione cinematografica trova ricetto in…

Kosuth, artista platonico

Quando penso a Joseph Kosuth ⟨kòsut⟩ non posso trattenermi dal pensare a Platone. Non posso non pensare a quanto sarebbe utile aggiungere tra le pagine del Cratilo un’immagine di “One and Three Chairs” (1965). Sebbene il riferimento…

Il ritmo delle piccole cose

Comprendere un’opera d’arte è un processo complesso, che prevede l’innesco di un elevato numero di facoltà, nonché operazioni spesso eterodosse ed a-metodiche. Questo vale, in maniera particolare, per la danza: arte mimetica par excellence. Proprio…

Fuori orario

Il film di Martin Scorsese After hours – premio per la miglior regia a Cannes nel 1986 – è l’oggetto non improprio di una lettura psicoanalitica. Appartiene a quel sottogenere noto come “yuppie nightmare cycle”, una…

La presenza della crisi

Pensare con De Martino vuol dire guardare alla vita heideggerianamente. Lungi dal configurarsi come una curiosa ed eterodossa costruzione del pensiero – magari compromessa dall’oggetto di indagine (la magia) – la prospettiva antropologica che si…